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1) Dizion. 5° Ed. .
CARNE
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CARNE.
Definiz: Sost. femm. La parte più tenera degli animali che hanno sangue, e che è ricoperta dalla pelle. E propriamente dicesi di animale terrestre e de' volatili.
Dal lat. caro. –
Esempio: Dant. Inf. 33: Tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Esempio: E Dant. Purg. 29: L'altra [donna] era come se le carni e l'ossa Fossero state di smeraldo fatte.
Esempio: Petr. Rim. 1, 50: O spirto ignudo, od uom di carne e d'ossa.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 44: Tu vedrai noi d'una massa di carne, tutti la carne avere.
Esempio: Galil. Comm. ep. 2, 214: Trovomi da circa un mese.... prostrato in letto, consumato di forze e di carne.
Esempio: Bart. D. Cin. 2, 89: Vogliono quello veramente non essere il cadavero di Luzu, ma d'uno sconosciuto e secco di carni.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 19: I vermi, de' quali ora parliamo, passano da sangue a sangue, da linfa a linfa, da viscere a viscere, da carne a carne, non da sughi di varj sapori a sangue, da acqua a linfa, da frutti a viscere, da erbe a carne.
Definiz: § I. Dicesi Carne viva la Carne di corpo vivente, che gode di tutta la sua sensibilità; e il suo contrario è Carne morta, Quella cioè che per qualsivoglia cagione è divenuta insensibile.
Definiz: § II. Carne viva dicesi anche la Parte più interna e più sensitiva della carne dell'animale; Il vivo della carne. –
Esempio: Ar. Orl. fur. 16, 49: Tempra di ferro il suo tagliar non schiva, Che non vada a trovar la carne viva.
Definiz: § III. Usasi anche a denotare la Carne ignuda, e dicesi così rispetto a veste od altro che immediatamente la tocchi, ed operi comecchessia sopra la sua sensibilità. –
Esempio: Red. Esp. nat. 54: Portate addosso in maniera che tocchino la carne viva, ristagnano immediatamente ogni più rovinoso flusso di sangue che da qualsivoglia vena o arteria precipitosamente trabocchi.
Definiz: § IV. In senso più particolare Carne dicesi Quella degli animali terrestri uccisi, la quale, comecchessia preparata, serve di alimento all'uomo. E chiamasi comunemente Carne grossa, o assolutam. Carne, quella del bove e della vitella; a differenza di quella d'altri animali più piccoli e della selvaggina. –
Esempio: Dant. Inf. 21: Non altrimenti i cuochi a' lor vassalli Fanno attuffare in mezzo la caldaia La carne cogli uncin, perchè non galli.
Esempio: Vill. G. 649: Ogni carne e pesce si vendesse a peso, e ogni volatìo a certo pregio convenevole.
Esempio: Guglielm. Piac. Chir. volg. 93: Dopo questo, usi vino bianco adacquato e carne di gallina.
Esempio: Bocc. Decam. 4, 65: Nè mai carne mangiava, nè beveva vino, quando non avea che gli piacesse.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 59: Quì si mangia carne Di can, d'orsi, di tigri, e di serpenti.
Esempio: Giambull. P. F. Stor. Europ. 51: Vivono di pesci, di latte, di cacio e di carne, senza altro.
Esempio: Cellin. Vit. 293: Che venga il canchero ai peccati! che questo male, che io ho, fu solo per il peccato di un po' di minestra di carne che io mangiai ieri.
Esempio: Grazz. Pros. 330: Se ne adopera [del lardo] a ugnere pippioni, pollastri, capponi, capretti, vitella, e tutte le carni grosse che si fanno arrosto.
Esempio: Vallisn. Op. 2, 18: Abbiamo.... sentito nel Padovano, l'inverno passato, stragi funeste nella rustica plebe; e non ci sono mancati medici dottissimi che l'hanno attribuita alle carni infette, furtivamente mangiate.
Esempio: Salvin. Annot. Murat. 4, 329: Una carne dello stesso animale cucinata in varie guise.
Definiz: § V. Carne salata dicesi Qualsivoglia parte della carne di animale acconcia col sale a fine di conservarla; ma più particolarmente intendesi di Quella di maiale, come il Prosciutto, la Spalla, e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 5, 212: E datale un pezzo di carne salata, la mandò con Dio.
Definiz: § VI. Talora dicesi Carne anche alla Parte tenera e muscolosa del pesce. –
Esempio: Benciv. Aldobr.: Questi cotali pesci son convenevoli a natura d'uomo, perchè la loro carne non è troppo grassa, nè troppo magra; anche è savorosa, e nudrisce più che carne di altri pesci.
Esempio: Salvin. Opp. 197: Tutti, a' quai il corpo sotto il coccio è fitto, Svestono il vecchio coccio, ed altro sotto Ne spunta dalla estrema carne.
Definiz: § VII. Carne si adopera anche a denotare la Parte esteriore del corpo umano, specialmente rispetto alle qualità sue di colorito, di morbidezza e simili. –
Esempio: Bocc. Decam. 7, 162: Disiderate l'amor de' giovani, perciò che alquanto colle carni più vive e con le barbe più nere gli vedete.
Esempio: Morell. Cron. 246: Ell'erano [le mani] distese, e morbide di carne, le dita lunghe e tonde come candele.
Esempio: Ar. Cinq. Cant. 1, 32: Quando un pittor ne piglia di ciascuno [colore] Per imitar la carne.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 8, 101: Questa opera può dirsi veramente fatta di vivissime figure e non di vetri colorati,.... perchè oltre al magisterio delle carni, sono squagliati i vetri, cioè levata in alcun luogo la prima pelle.
Esempio: Sassett. Lett. 365: El colore della carne è più chiaro assai che di mulatto verso el giallo; la statura, mediocre.
Definiz: § VIII. Vale anche Pelle, Cute. Quindi i modi Avere sulla carne, e talvolta anche a carne, checchessia, Portare sulla carne, e talvolta anche a carne, checchessia, Tenere, e simili, sulla carne, e talvolta anche a carne, checchessia. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 65: Avvegnachè sì per l'etade e sì per natura fosse dilicatissimo, neentemeno per mirabile fervore faceva asprissima penitenza, portando a carne sacco asprissimo, e di sopra un rozzo vestimento di pelli.
Esempio: E Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 191: Questi dal principio della sua conversione insino all'ultimo della vita sua non usoe pannolino a carne.
Definiz: § IX. Figuratam. prendesi talvolta per Corpo umano, in quanto si contrappone all'Anima che lo informa. –
Esempio: Dant. Inf. 6: Ciascun ritroverà la trista tomba, Ripiglierà sua carne e sua figura.
Esempio: E Dant. Purg. 23: Costui per la profonda Notte menato m'ha da' veri morti, Con questa vera carne che il seconda.
Esempio: S. Greg. Omel. 2, 16: Ragguardando solo la morte della carne, erano oscurati nel parlare della Verità.
Esempio: S. Ag. C. D. 9, 169: È predicato Cristo essere risuscitato in carne, ed essere salito in cielo con essa carne.
Esempio: Ar. Orl. fur. 15, 81: Di mille attende Astolfo un colpo trarne, Che lo spirto gli sciolga da la carne.
Esempio: Buonarr. M. V. Rim. G. 101: Lassin pel mondo un spirto in carne involto Che, dopo te, gli resti il tuo bel volto.
Esempio: Vasar. Vit. Pitt. 12, 251: Era [Michelangiolo] tanto stracco ed invecchiato, che aveva, come si dirà più basso, stabilito tornarsene; ma la volontà era pronta, inferma la carne che lo riteneva in Roma.
Esempio: Segner. Mann. sett. 20, 1: Considera quanto alto premio prometta a chiunque vorrà non già dar morte a questa carne medesima, che tanto non ci è nè chiesto nè conceduto, ma sì bene mortificarla.
Definiz: § X. E pure figuratam., per Essere vivente, Creatura mortale: ed è propriamente frase biblica. –
Esempio: Cavalc. Dial. S. Greg. 227: Utico gli disse: la fine d'ogni carne è venuta.
Esempio: Volg. Pist. Vang. 8: E vedrà ogni carne il salvatore Iddio.
Definiz: § XI. Carne, per lo più con l'aggiunta d'alcun pronome possessivo, vale Prole, Figliuolanza; ed anche in generale Famiglia, Parenti. –
Esempio: Dant. Purg. 20: O Avarizia, che puoi tu più farne, Poi ch'hai il sangue mio a te sì tratto, Che non si cura della propria carne?
Esempio: Senec. Declam. 111: Coloro, che vogliono avere fama e onore, non la vogliono avere delle loro carni e sangui.
Esempio: Ciaper. Lett. 11: E non guardate, perchè le vostre carne non sieno vive, perocchè ad utilità dell'anime nostre è più viva [la figliuola] ch'ella fusse mai.
Esempio: Bemb. Lett. 1, 59: Pure avete qui delle vostre carni, e potrebbevi agevolmente venir fatto di maritare, in quelli pochi dì che voi ci dimoraste, alcuna delle vostre nipoti.
Esempio: Firenz. Comm. 1, 389: Mi par mill'anni di vederli, e parlare alle carni mie.
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Il padre e la madre della fanciulla che ci volevan tanto bene, e ci avevano fidate le carni loro, ci diventeranno tutti nemici per amor tuo.
Esempio: Pallav. Stor. Conc. Introd. 1, 30: L'affetto alla carne e al sangue.... in alcuni di loro [dei Papi] fu smoderato.
Definiz: § XII. Carne trovasi per Generazione, Nascita, ed anche Stirpe. –
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 152: Gli erano fratelli non solamente per carne, ma, che è meglio, per carità.
Esempio: E Cavalc. Dial. S. Greg. 110: In alquanti la nobiltà della carne genera ignobilità di mente.
Definiz: § XIII. Poeticam. è usata anche a significare Vita umana: onde i modi Essere nella carne, o assolutamente In carne, per Vivere, In vita. –
Esempio: Dant. Parad. 10: Appresso vedi il lume di quel cero (San Dionigi Areopagita), Che, giuso in carne, più addentro vide L'angelica natura e il ministero.
Esempio: E Dant. Parad. 20: L'anima glorïosa.... Tornata nella carne, in che fu poco, Credette in Lui che poteva aiutarla.
Definiz: § XIV. Carne vale anche Natura umana, in quanto specialmente è fragile e mortale, o si contrappone alla divina e immortale; ed anche Condizione, Stato dell'uomo in vita. –
Esempio: Dant. Purg. 9: Nell'ora.... che la mente nostra, pellegrina Più dalla carne, e men da' pensier presa, Alle sue visïon quasi è divina.
Esempio: E Dant. Purg. 30: Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu' io a lui men cara e men gradita.
Esempio: Leggend. SS. M. 4, 180: E ammaestrolli che soprattutto e' fossono discreti non secondo carne, ma secondo Cristo.
Esempio: S. Greg. Omel. 4, 184: Amava adunque Felicita li suoi figlioli secondo la carne, ma per amore della celestiale patria volle che morissero.
Esempio: Segner. Mann. lugl. 25, 2: Quali sono questi desiderj carnali di cui si tratta? Sono quei tre desiderj così famosi, che abbracciano tutto ciò che piace alla carne: di roba, di riputazione, di piacere, massimamente corporeo.
Definiz: § XV. Quindi le maniere. Prender carne, Farsi carne, Vestirsi di carne e simili, a significare l'Incarnazione del Verbo Divino; e In carne, che vale Incarnato. –
Esempio: Lat. B. Tesorett. 32: Quando degnò venire La Maestà sovrana A prender carne umana.
Esempio: Fr. Giord. Pred. 5: Venne dunque il Figliuolo di Dio..., in questo mondo, e fecesi carne.
Esempio: Dant. Parad. 23: Quivi è la rosa in che il Verbo divino Carne si fece.
Esempio: Cavalc. Vit. SS. PP. volg. 1, 28: Iddio, lo quale prendendo carne di noi,.... hae.... noi confortati.
Esempio: Petr. Rim. 2, 133: Ricorditi che fece il peccar nostro Prender Dio, per scamparne, Umana carne al tuo virginal chiostro.
Esempio: Ar. Orl. fur. 17, 73: La sacra stanza (Gerusalemme) Dove in carne abitò Dio onnipotente.
Esempio: E Ar. Cinq. Cant. 1, 20: Le terre sante Dove Dio visse in carne e fu trafitto.
Esempio: Segner. Crist. instr. 1, 33: Sanno che Dio è morto per loro, ma non sanno qual sia quella Persona divina che vestissi di carne umana affin di poter morire.
Definiz: § XVI. Quindi anche la frase Senza l'opera della carne, adoperata a significare l'Incarnazione del Verbo Divino per opera dello Spirito Santo.
Definiz: § XVII. Carne usasi pure figuratam. per Concupiscenza, Lussuria. –
Esempio: Dant. Parad. 11: Chi, nel diletto della carne involto, S'affaticava, e chi si dava all'ozio.
Esempio: Fiorett. S. Franc. 74: Il demonio.... gli mise addosso sì forte stimolo, e sì ardente tentazione di carne, che per nessuno modo costui potea resistere.
Esempio: Bocc. Decam. 1, 175: Sentì subitamente non meno cocenti gli stimoli della carne, che sentiti avesse il suo giovane monaco.
Esempio: Tass. Dial. 1, 367:[dee] essere [il marito] sì incontinente, che lontano da la moglie non possa astenersi da' piaceri de la carne.
Esempio: Segner. Crist. instr. 3, 465: Sapete che tre nimici abbiamo terribilissimi, e sono il mondo, la carne, il demonio.
Esempio: Forteguerr. Ricciard. 9, 39: O vizio maladetto della carne, Che di senno ci spoglia e d'ogni cosa.
Definiz: § XVIII. Per similit., Carne è detta la Polpa di tutte le frutte. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 174: L'uve aventi molta carne, più nutribili, e più dure sono, che quelle che più umore, che carne, hanno.
Esempio: Pallad. Agric. 287: Non si vuole schiacciare [delle ulive] e' noccioli colla macina, ma sola e levemente la carne.
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 21: Oh frutta sopra all'altre egregia, eletta, Utile dalla scorza infino all'osso, L'alma e la carne tua sia benedetta.
Esempio: Ricett. Fior. M. 68: I frutti.... se eglino sono freschi, e grossi, e di carne, e di scorza tenera ec.
Esempio: Vett. Colt. 80: Similmente [credono alcuni] che passato quel termine, nel quale l'ulive sono mature, se ben poi elle ingrossano, cresca la carne ed il nocciolo, e s'empiano d'acqua: e non cresca il liquore lor naturale e buono.
Esempio: Red. Lett. 3, 75: Di mano in mano che va mancando in lei il sugo e l'umore, la sua polpa o carne.... fa certi crespoli, ritirandosi d'ogni intorno.
Definiz: § XIX. E pure per similit., Carne, per lo più con l'aggiunto di carne Lignea o carne Erbale , trovasi adoperata a significare La parte fibrosa, ma ancor tenera ed imperfetta, delle piante, la quale è sotto la scorza. –
Esempio: Cresc. Agric. volg. 1, 39: Per la qual cagione spesse volte si seccano [le piante], quando i pedali d'attorno attorno si parton dalla corteccia infino alla carne lignea o vero erbale della pianta.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. 1, 124: Se l'acqua non sia corrotta, si dee tenere [il lino] insino a sette [dì] acciocchè infracidi la carne erbale, e la corteccia, della quale si fa la stoppa, rimanga sanza corrompersi.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. appr.: E poi che.... la stoppa sua, dalla carne rimossa per sè, non si torce, compiuta sarà la macerazione.
Esempio: E Cresc. Agric. volg. appr.: Ma se meno che sia bisogno si maceri [il lino], la stoppa sarà più forte e più bianca: ma non perfettamente si partirà da lui la carne erbale, e sarà più aspro a filare. Ma se si macera più che bisogni, la stoppa men forte e bianca sarà, e dalla carne erbale ottimamente partita, e sarà più abile a filare: e poi.... a sole si secca. E quando secco sarà, allotta si percuote con mazzi di legno, acciocchè la sua carne si rompa.
Definiz: § XX. Carne, a modo di esclamazione, fu grido, usato specialmente nei popolari tumulti, per eccitare i soldati o i cittadini alla strage. –
Esempio: Acc. Lett. 194: In piazza gridano carne: e alcuno qui dentro carne e sangue domandano, e hanno volontà di farne, e écci pieno d'armati.
Esempio: Bern. Orl. 3, 28: Or qui sossopra va tutta la piazza, Là corre Gano e tutta la genia Addosso Astolfo: carne, ammazza, ammazza; Ne voglion far salciccia e notomia.
Esempio: Varch. Stor. 2, 160: S'accostò con tutte le genti alle mura,.... gridando tuttavia i soldati ad alta voce carne, sacco, e palle, palle.
Definiz: § XXI. Carne cattiva, Carne da nerbo, da cannone, da macello, o simili, dicesi per dispregio ad Uomo tristo o vile, quasi non meritevole d'altro che d'essere bastonato, o fatto a pezzi. –
Esempio: Forteguerr. Terenz. 255: Olà carne da nerbo. Ti richiedo Di una cosa, ed un'altra mi rispondi.
Definiz: § XXII. Pezzo di carne con gli occhi, è maniera dispregiativa che dicesi di Persona materiale, stolida e buona a nulla. –
Esempio: Varch. Suoc. 2, 2: Dati tu a credere, pezzo di carne cogli occhi, ch'io, perchè mi stia in villa, non sappia quello che voi fate?
Esempio: Papin. Lez. Burch. 213: A' tempi del Burchiello si sapeva essere accaduto che un ricco nostro cittadino, per aver fatto tanto dell'impronto con un vescovo, ottenne che egli ordinasse a sacerdote uno che era, per dirla col nostro volgar proverbio, un pezzo di carne con gli occhi, avvengachè fino a quel tempo sua opera impiegata non avesse in altro, che in porre i cavoli in terra colla barba alla 'ngiù.
Definiz: § XXIII. In carne, vale Grassoccio, Vegeto, Prosperoso; contrario di Scarno, Macilento. Quindi le maniere Essere in carne, Rimettersi in carne, Tornare in carne, e simili, che valgono Essere, Tornare in florida condizione di salute, detto di uomo; Essere o Rifarsi grasso, detto di animali. –
Esempio: Bemb. Lett. 2, 213: Come egli [il cavallo] sia rifatto ed in carne, farò procacciar che si venda, comunque si potrà.
Esempio: Bentiv. G. Lett. 53: Ho ripigliato forze, sonno, appetito, vigor di spirito, allegria d'animo, e non mi manca altro ad esser intieramente sano, che il rimettermi un poco più in carne.
Esempio: Red. Lett. 1, 393: Mi rallegro seco, perchè sento nella sua umanissima lettera, che.... le pare di essersi rimessa competentemente in carne.
Esempio: Magal. Mend. abol. trad. 83: Star a raccomandarsi l'ore e l'ore su la soglia d'una porta, al vento e alla pioggia, mal in carne, e peggio in arnese.
Esempio: Bertin. A. F. Medic. dif. 219: Ad ogni modo, in cambio di render più riseccati i pazienti, stante la loro disseccante natura [delle acque del Tettuccio], gli rimetton in carne come prima.
Definiz: § XXIV. In carne e in ossa, detto di persona, vale Nel suo proprio corpo, Proprio quella persona. –
Esempio: Cellin. Vit. 3, 278: O Piero, voi farete tante di coteste maladizioni, che 'l diavolo una volta ne porterà voi in carne e in ossa.
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 21: E l'ombra, urlando sotto ogni percossa, Fa veder ch'era un uomo in carne e in ossa.
Definiz: § XXV. Avere la carne senz'osso, Dare la carne senz'osso, Volere o simili la carne senz'osso, vale proverbialmente Avere, Dare o Volere in alcuna cosa l'utile senza gl'incomodi o i pericoli; Avere, Dare o Volere checchessia a bonissimi patti. –
Esempio: Coppett. Rim. burl. 2, 25: Mi rincresce, compar, ch'oggi non posso Porvi in man Noncovelle intero e puro, Com'a dir, darvi la carne senz'osso.
Esempio: Panciat. Scritt. var. 44: Ma de' granelli ne discorro volentieri.... per aversi, quando si comprano, la carne senz'osso; cosa che pare impossibile! (qui in ischerzo).
Definiz: § XXVI. Essere carne grassa o Riuscire carne grassa, vale figuratam. Venire a noia; tratto dalla nausea e dal ristuccare che fa la carne grassa in mangiandola: e trovasi, più che altro, detto di persona. –
Esempio: Grazz. Pros. 135: E poi io non vorrei anche tanto infastidirlo, e che egli m'avesse poi a dire, che io fussi carne grassa.
Esempio: Salv. Granch. 1, 2: Tu mi riesci carne grassa. Io Vorrei che tu toccassi duo parole Della fine.
Esempio: Lipp. Malm. 1, 85: Non ho che dir, gli rispond'ella, un'acca, Oltrechè la sarebbe carne grassa.
Definiz: § XXVII. Essere carne e ugna con alcuno o Diventare carne e ugna con alcuno, vale Essere o Divenirgli molto congiunto d'interessi o d'amicizia; che anche trovasi assolutamente, Carne e ugna con alcuno. –
Esempio: Car. Lett. Farn. 3, 70: Alla persecuzion di Ferrara hanno conspirato Carpi e Bellai, che sono insieme carne e ugna.
Esempio: E Car. Lett. ined. 2, 27: Il Bozzuto è proposto a le faccende di Monte fino a ora, carne ed ugna con Imola.
Esempio: Allegr. Rim. Lett. 166: Me ne rallegro che voi sete diventato, come dir, carne e ugna.... con le nove sorelle.
Definiz: § XXVIII. Essere di carne, o Essere di carne e d'ossa, che anche trovasi Essere di carne e sangue, riferito a persona, vale propriamente Aver nè più nè meno di quel che hanno gli altri uomini, Essere alcuno uguale in tutto a' suoi simili; ma si adopera più comunemente a significare o Meritar carità, o compatimento, i nostri simili, ancorachè d'inferior condizione, o Essere tutti egualmente soggetti alle passioni e alle debolezze proprie dell'umana natura. –
Esempio: Fr. Giord. Pred. 9: Stando tra le genti, e veggendo le cose del mondo, è impossibile che non ricevano [i frati] alcuno inquinamento. E' sono uomini di carne e sangue come voi, e di fresca etade.
Esempio: Bocc. Decam. 2, 275: Tu medesimo di' che la moglie tua è femina, e ch'ella è di carne e d'ossa come sono l'altre.
Esempio: Cecch. Comm. ined. 206: Ella S'è giudicata nel letto con duoi Medici all'uscio, come se la stessi In transito. Oh! che fa questo aver roba! Noi siam pur ancor noi di carne e d'ossa Come loro.
Esempio: Buonarr. Tanc. 4, 2: I cittadin non mordon, ve': che credi? E' son di carne, e han le mani e i piedi, E tutti gli altri membri come noi.
Esempio: Salvin. Annot. Tanc. 561: E' son di carne, cioè come noi; uomini di carne e d'ossa.... Non son mica i cittadini rispetto a i contadini, una chimera, una bombarda, o qualche pazza cosa. Son di carne come noi: s'innamorano come noi, soggetti alle medesime passioni; son carnali, affettuosi ec.
Definiz: § XXIX. Far carne, vale Fare strage o macello di gente, senza riguardo a persona; oggi, in modo familiare, più comunemente Far ciccia. –
Esempio: Capp. G. Tum. Ciomp. 233: All'arme, all'arme, ch'e' Signori fanno carne.
Esempio: Firenz. Pros. 2, 47: E' mi venne veduto quell'iniquitoso giovane colla spada ignuda per ogni canto far carne.
Esempio: Dav. Tac. 2, 145: I soldati attendevano a far carne, e il popolo bottino.
Definiz: § XXX. Vale altresì Far preda; detto più specialmente di fiere o d'uccelli di rapina. –
Esempio: Pulc. L. Morg. 23, 22: Si difilava a lui come il falcone Quando ha veduto il colombo o la starne, O ver come il lion che vuol far carne.
Esempio: Firenz. Pros. 1, 28: Lo scarafaggio per allora si stette cheto, aspettando alla vendetta [contra l'aquila] occasione; e venuto il tempo da far l'uova, egli spiò dove l'aquila aveva fatto il nido, e un dì ch'ella era ita a far carne, vi volò dentro ec.
Esempio: Car. Eneid. 3, 373: Senza custodi andar gran torme errando Di cornuti e villosi armenti o greggi. Smontiamo in terra, e per far carne prese L'armi, a predare andiamo.
Esempio: E Car. Long. 8: Era in quel contorno il covo di una lupa, la quale allevando di molti lupacchini, aveva bisogno di far carne assai; perchè, danneggiando tutto il paese, rapiva ogni giorno qualche bestia degli altri poco avveduti pastori.
Definiz: § XXXI. Fare carne o Mettere carne, vale Farsi carnuto, Diventare piuttosto grasso. –
Esempio: Marc. Pol. Mil. 22: Quivi si fa il vino di datteri e d'altre ispecie assai: chi 'l bee, e non è uso, sì 'l fa andare a sella e purgalo; ma chi n'è uso, fa carne assai.
Esempio: Cresc. Agric. volg. 419: Questa infermità asciuga e dissecca le 'nteriora del cavallo,.... intanto che non può diventar grasso, nè far carne, nè ancora si cura di mangiare.
Definiz: § XXXII. Mettere molta, troppa, carne al fuoco o a fuoco, Porre, o simili, molta, troppa, carne al fuoco; o, come anche trovasi, a fuoco; vale proverbialmente, Por mano a molte cose a un tratto, o a più di quelle che uno può fare. –
Esempio: Bern. Rim. burl. 1, 50: Questa [la primiera] fa le sue cose appoco appoco, Quell'altra [la bassetta], perchè ell'è troppo bestiale, Pone a un tratto troppa carne a fuoco (qui figuratam.).
Esempio: Grazz. Comm. 397: Infine i' ho messa troppa carne a fuoco: che mescolanza, che guazzabuglio strano!
Esempio: Fag. Comm. 5, 280: Il mio padrone ha messo dimolta carne a fuoco: a cuocerla ti voglio!
Definiz: § XXXIII. Non essere carne pe' denti d'alcuno; è maniera proverbiale, che dicesi più particolarmente di donna, a significare che Alcuno non può o non merita possederla. –
Esempio: Allegr. Gev. 35: E hanno ben ragione i suoi parenti Dirmi: la non è carne da' tuoi denti.
Definiz: § XXXIV. Non essere nè carne nè pesce, dicesi proverbialmente di Persona, della quale il carattere, le opinioni o il tenor di vita, non siano determinati e costanti, Che fra due principj o partiti contrarj non tenga risolutamente o dall'uno o dall'altro. –
Esempio: Bottar. Dion. Ambiz. 97: Costui.... sotto la veste claustrale tiene un cuore secolare, e non è nè carne nè pesce.
Definiz: § XXXV. Non sapere se uno sia carne o pesce, o Non sapersi, se uno sia carne o pesce, usasi proverbialmente a significare Essere alcuno in tale perturbazione di mente, da non sapere più, o non sapersi da altri, quel ch'e' faccia o quel ch'e' sia divenuto; Essere istupidito, Non rinvenirsi: e talvolta anche, Essere uomo stolido e che non capisce nulla. –
Esempio: Lipp. Malm. 7, 50: Del quale [fratello] infino all'anima gl'incresce; Perchè gli pare uscito di cervello, Non si sa s'ei si sia più carne o pesce.
Esempio: Not. Malm. 550: Non si sa s'ei si sia carne o pesce: non si sa quel ch'ei si sia: non è in cervello: non ha l'intero conoscimento.
Esempio: Fag. Rim. 1, 71: Nè consolarmi potea cosa alcuna, S'io m'era carne o pesce non sapeva.
Esempio: E Fag. Rim. 3, 239: Perch'egli è questo un cavaliere, ch'esce Della riga di molti, ch'io conosco, Che non san s'e' si sono o carne o pesce.
Definiz: § XXXVI. Non esser carne nè cruda nè cotta, vale proverbialmente Essere o Versare in condizione dubbia, non ancor determinata, Vivere nell'incertezza. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 89: Più d'uno, a dire il ver, soffia e borbotta, E del tanto aspettar n'è più che sazio; Così carne non siam cruda nè cotta, E nel rigo non siam nè nello spazio.
Definiz: § XXXVII. Non pesare ad alcuno la carne, vale Essere quegli molto asciutto della persona, e in conseguenza spedito a camminare. –
Esempio: Panant. Poet. Teatr. 14: Non mi si tien quando l'andata ho presa, E, grazie a Dio, la carne non mi pesa.
Definiz: § XXXVIII. Pesare più il giunco che la carne o Costare più il giunco che la carne, dicesi proverbialmente o di Cosa che non dia utile corrispondente all'incomodo o alle fatiche che costa; ovvero di Cosa, il cui pregio sia inferiore agli ornamenti estrinseci ed accessorj di essa.
Definiz: § XXXIX. Risentirsi ad alcuno la carne, vale Provare quegli naturalmente vivo dispiacere o risentimento per checchessia. –
Esempio: Cecch. Stiav. 4, 3: Figliuol mio, la carne si risente, vederne andarne in malora la roba e l'onore.
Definiz: § XL. Carne di giovedì, carne stracca; proverbio che si applica alle donne alquanto inoltrate negli anni.
Definiz: § XLI. Carne fa carne; proverbio che denota Essere la carne l'alimento più confacente al corpo dell'uomo.
Definiz: § XLII. Carne grassa non ha mai bene, se magra non diviene; proverbio che significa, che L'uomo felice non è contento del proprio stato, e non ne conosce il pregio, se non quando e' l'abbia perduto.
Definiz: § XLIII. Carne nuova e denari freschi; dicesi in proverbio a Coloro che, rimasti vedovi, pigliano nuova moglie, specialmente col fine d'avere un'altra dote.
Definiz: § XLIV. Carne tirante fa buon fante; proverbio che significa Essere la carne poco cotta più sostanziosa e più nutritiva.
Definiz: § XLV. La carne tira, o Le carni tirano, ed anche La carne tira e il diavolo è sottile; dicesi proverbialmente a significare Essere tra' due sessi una naturale e gagliarda attrattiva: ed in senso più generale, Essere l'uomo dominato da potente affetto per le persone verso le quali ha simpatia o vincolo di sangue. –
Esempio: Machiav. Comm. 96: Ancora che fusse un omaccio, pur le carni tirano. Io non posso far ch'io non mi risenta, quando io me ne ricordo. (È una donna che parla del marito morto.)
Esempio: E Machiav. Comm. 154: E' ti dà una gran briga questo mio essere in Firenze! P. E' darà più briga ad altri che a me. E. E però ne lascia il pensiero ad altri. P. Pure, le carni tirano. (Sono due rivali che parlano.)
Esempio: Borgh. V. Lett. IV, 4, 121: Ma, direte voi, la carne tira: certo, io la credo così, e mi potrei ingannare; e non ci penserei punto a dire il contrario, s'io ce ne vedessi spiraglio (qui figuratam.).
Esempio: Nell. Iac. Serv. 1, 5: Mi trovai fortemente acceso della medesima [giovinetta], senz'accorgermene. R. Come dice bene il proverbio: La carne tira, e il diavolo è sottile! Ma e ve ne innamoraste così per fama, nè cercaste subito di vederla e parlarle?
Definiz: § XLVI. Non c'è carne senz'osso, Non va carne senz'osso, ed anche La carne non va senz'osso; proverbio che significa Non esserci o non darsi utile alcuno disgiunto da incomodo o fatica. –
Esempio: Salvin. Disc. 2, 416: Il proverbio è, che non va mai carne senz'osso; cioè, che non si possono mai avere le cose senza alcuno incomodo, e senza alcuna giunta di fatica.
Definiz: § XLVII. Qual carne, tal coltello; proverbio che dicesi Quando una persona malvagia o abietta è trattata o punita come merita per mano d'un suo pari. –
Esempio: Papin. Lez. Burch. 72: Un tal uomo [un saccomanno] manda il Burchiello a portare quel nobil regalo al podestà di Norcia, sapendo benissimo quel detto, che Qual carne, tal coltello, e Tal sonata, tal ballata.
Definiz: § XLVIII. Tra carne e ugna, o ugne, nessun vi pugna, o pugne, o punga, o altra maniera simile; vale proverbialmente, Negli affari de' parenti o amici litiganti fra loro, nessuno deve interessarsi o inframettersi. –
Esempio: Bern. Orl. 37, 4: Imparando che pazzo è quel che pugne, E che metter si vuol tra carni ed ugne.
Esempio: Cecch. Esalt. 3, 7: Tu lo sai pure, che tra carne e unghia Nessun vi punga.